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Vynil Sellout – Luglio 2017
Siete ancora lì? Stavate aspettando impazientemente il nuovo trittico del Vynil Sellout per dare la giusta spinta alla vostra estate? Allora questa è tutta per voi.
Come ogni mese, qua potrete trovare tre brani per ascoltarli e scoprire cosa si cela dietro di essi: le storie di cantanti, produttori o delle canzoni stesse.
Curiosi di scoprire la tripletta di questo mese? Andiamo a scoprirla!
1- Tu Conmigo – Vitalic ft. La Bien Querida
Una canzone che sembra venire da lontano, ed invece è stata prodotta quest’anno. Un mix tra ritmi latini e tastiere anni ’80 che, combinati con la voce di La Bien Querida regala atmosfere di qualche decennio fa.
La parte cantata in spagnolo è un’aggiunta, perchè la canzone non nasce in questo modo. La base di questa canzone infatti la si trova come prima traccia dell’album “Voyager” dello stesso Vitalic, sotto il nome di “El Viaje“. Riarrangiata per sposarsi con la voce di Ana Fernández-Villaverde, il dj francese in questo modo ha regalato alle radio un pezzo che girerà a lungo.
2- Fetish – Selena Gomez ft. Gucci Mane
Un brano come molti in apparenza, che parla di come l’amore possa fare del male se provato per la persona sbagliata. Ma probabilmente qua Selena Gomez si spinge oltre, lasciandoci a metà tra la convinzione che parli dei soliti temi e che forse stia parlando di qualcosa di oltre.
Così come nel video musicale, dove l’ex stellina Disney si fa dirigere dalla fotografa Petra Collins. La sensualità viene espressa dal corpo e dalla gestualità della protagonista, mentre lo scenario in cui si muove è tutt’altro che ordinario: è spinto, ma in un verso che lascia tutti spiazzati. Vi consiglio di leggere le motivazioni che dà la cantante dopo aver visto il video qui sotto.
3- Instruction – Jax Jones ft. Demi Lovato, Stefflon Don
Passiamo da una ex attrice Disney ad un’altra, anche se in questo caso si tratta di una collaborazione. Demi Lovato, assieme a Stefflon Don, canta sulla produzione di Jax Jones. Se il nome vi dice qualcosa, è perchè è il produttore inglese ad aver realizzato “You Don’t Know Me” con RAYE, brano dall’enorme successo radiofonico.
Questo è un pezzo decisamente estivo, uno di quelli che non può mancare in nessuna playlist di ogni party sulla spiaggia: ha ritmo, è accattivante e fa venire una voglia tremenda di ballare!
Sala d’attesa – #2
Siete seduti ad aspettare il vostro turno dal dentista e le riviste di gossip non vi esaltano? Dovete attendere che il meccanico ripari la vostra auto e sapete che è inutile sfogliare il giornale alla ricerca di auto usate perchè sai che non la cambierai? La coda in posta si è ridotta ad una partita infinita ai giochini sul cellulare?
Prenditi un break come si deve e leggi uno di questi 15 articoli! Assicurato al 100%, la noia non sarà più un problema.
“LA PALLAMANO E’ IL MIGLIOR SPORT OLIMPICO DEL QUALE NON SAPETE UN CAZZO”
Già il titolo rende chiaro l’argomento e l’approfondimento fatto da Crami Sportivi, che si inabissa nelle profondità di uno sport che cela più ombre di quanto si possa immaginare. Soprattutto se una nazionale si mette ad acquistare giocatori da tutto il mondo. (Consoliamoci: alle Olimpiadi di Rio 2016 sono stati eliminati ai quarti di finale).
RIO 2016: URTA L’ASTICELLA COL PENE E SI GIOCA LA QUALIFICAZIONE NEL SALTO CON L’ASTA
Già il titolo basta per farsi due risate! Queste Olimpiadi hanno regalato momenti davvero divertenti, ma la disavventura dell’astita giapponese Hiroki Ogita li supera tutti.
MANUALE PER UNA NUOVA STAGIONE
Rivista Undici approfondisce un aspetto del calcio che negli anni ha subito sempre più modifiche: la preparazione estiva delle squadre. Uno spaccato di come il club di Serie A si preparano per l’inizio della stagione, tra chi emigra all’estero alla ricerca di prestigio e soldi e chi si affida ancora ai vecchi metodi.
HYPE RENATO SANCHES
Continua “Hype”, la serie di Ultimo Uomo che presenta i prospetti che hanno cambiato maglia da cui ci si aspetta un salto di qualità nella prossima stagione. Il centrocampista portoghese passato ad inizio estate dal Benfica al Bayern Monaco è uno di questi: cosa diventerà tra le mani di Carlo Ancelotti?
HYPE GABRIEL JESUS
Anche il giovane brasiliano è stato messo sotto la lente di ingrandimento. Fino a dicembre vestirà ancora la maglia del Palmeiras, poi potremo vederlo all’opera anche con la maglia del Manchester City. L’attesa è quasi frenetica, dato che Ronaldo (quello vero) ha confessato che è il giocatore in cui si rivede maggiormente.
HYPE JOAO MARIO
In questa rubrica trova spazio anche il portoghese a lungo inseguito ed alla fine acquistato dall’Inter. I 45 milioni dati allo Sporting Lisbona ed investiti su di lui dovranno fruttare e questo articolo è una buona guida per far capire ai tifosi nerazzurri come Joao Mario potrà giocare in mezzo all’erba di San Siro.
PIACERE, ARKADIUSZ
In molti, dopo la partenza di Higuain dal Napoli, si sono chiesti se e come i partenopei lo sostituiranno. Da questa sessione di calciomercato in attacco è arrivato solo Arkadiusz Milik, punta polacca prelevata dall’Ajax. Ma già da questo inizio di stagione abbiamo capito che non è “solo” un acquisto, ma qualcosa di più.
HARTORINO
Probabilmente uno degli affari più sorprendenti di tutta la campagna acquisti estiva. Il calcio sa regalare sorprese come il passaggio di Joe Hart dal Manchester City al Torino: roba da Football Manager. E’ così che Crampi Sportivi immagina l’andamento della trattativa orchestrata da Gianluca Petrachi, come se davanti a sè avesse avuto lo schermo di un pc invece di Guardiola.
O ZICO O AUSTRIA
Le trattative di mercato regalavano storie emozionanti anche negli anni ’80. Come può un campione del Brasile come Zico passare ad una squadra di provincia italiana come l’Udinese? Intrighi, manovre al limite del lecito e rivolte di piazza sono gli ingredienti di una trattativa da leggenda.
ANEDDOTI, PERLE E STORIE ASSURDE DEL MERCATO APPENA CONCLUSO
Gazzetta.it raccoglie alcune delle storie più interessanti del mercato appena conclusosi. La regola più importante da trarne è che i giocatori sono come le fidanzate: se vuoi parlarci al telefono e non ti rispondono, è perchè ti stanno mettendo le corna!
CHE SENSO HA GUARDARE LA SERIE A?
Ultimo Uomo pubblica un trittico di articoli utili per capire il campionato che guarderemo fino a fine maggio con delle domande a cui le penne digitali del sito rispondono. In questo prima parte si interrogano se il dominio della Juventus può diventare tirannia, le sue possibili rivali ed il valore complessivo della Serie A.
GUIDA TATTICA ALLA SERIE A 2016/17
Il secondo pezzo si occupa dell’aspetto tattico, in continua evoluzione soprattutto nel campionato italiano. La Juve di Allegri continuerà con il suo controllo? Come si schiererà il Napoli senza Higuain? Quali sono i miglioramenti di Roma e Inter? E quale il destino di Fiorentina, Milan, Genoa e tutte le altre?
GUIDA AI PROTAGONISTI DELLA SERIE A 2016/17
Terzo ed ultimo articolo dedicato alla materia prima del calcio: i calciatori. Tra esplosioni definitive e nuovi acquisti, si va alla ricerca del giocatore che più di tutti lascerà il segno su questa nuova Serie A. Che da questa estate si può sintetizzare in una sola domanda: quale sarà il prossimo acquisto della Juventus?
ZEROCALCARE E LA GUERRA CIVILE DI POKEMON GO
Zerocalcare, stavolta per conto di Wired, realizza un breve fumetto per narrare da un futuro lontano come si è svolta la guerra per decidere se fosse lecito o meno per tutti giocare a Pokemon GO. E’ il perfetto riassunto di come lo scontro è avvenuto sui social network, con risvolti fantasiosi nella vita reale che, fortuna nostra, non sono avvenuti.
THIS ARTIST DRAWS POKEMON AS HUMANS, AND THEY’RE FRICKIN’ GREAT
Rimanendo sulla scia dei Pokemon, vi invito a guardare i disegni di Tamtamdi raccolti su Smosh.com. L’artista si ispira ai piccoli mostri per creare delle loro versioni umanizzate: creazioni sbalorditive, quasi da pensare a delle ottime idee per i prossimi costumi di Carnevale.
P.s.: piccolo cambio di formato: invece di uscire ogni primo lunedì del mese, uscirà un post per ogni 15 articoli raccolti.
15 squadre di calcio che hanno cambiato logo nel 2015
Dopo l’articolo sui loghi cambiati nel 2014, mi sembrava giusto prendere spunto per creare una nuova tradizione. Ecco quindi i loghi che nel corso del 2015 hanno subito un restyling, già attivato o in procinto di arrivare.
Si tratta sempre di 15 cambi di logo che riguardano squadre mediamente conosciute in Italia. Molti di queste scelte hanno una parola in comune, che è fallimento.
Non suona molto invitate posta in questo modo, ma vi assicuro che non prenderemo in esame solo la sua accezzione negativa.
Per non fare torto a nessuna delle squadre presenti, andrò in rigoroso ordine alfabetico.
Non si tratta di un cambio epocale, ma solo di un accorgimento. Le lettere intrecciate su sfondo grigio, la croce di San Giorgio e le bordature dorate sono rimaste senza cambiamenti; sono apparse invece la scritta ‘Alessandria Calcio’ sotto il lettering e l’anno di fondazione (1912) all’interno della croce.
Rispetto alla raffigurazione precedente, lo stemma ci guadagna in fatto di composizione, che ora risulta più gradevole allo sguardo. Personalmente nei loghi preferisco i colori netti alle sfumature, ma devo dire che per gli orsi questa soluzione non è male.
Una squadra, mille omaggi. Partendo dal nome, dedicato ai Gunners di Londra, e passando dalla maglia: la banda diagonale è dedicata alla squadra più famosa dell’Argentina, il River Plate, mentre il rosso e l’azzurro rappresentano le squadre più popolari di Avellaneda, rispettivamente l’Independiente e il Racing Club.
Passando al logo e ad i suoi cambiamenti, non c’è molto da dire. Le linee dorate dei bordi sono state alleggerite, mantenendo comunque la stessa forma articolata; colori e scritte sono rimasti invariati, mentre i simboli del pallone e della torre sono stati vengono placcati d’oro. In pratica non cambia la sostanza ma solo i dettagli, e a vedersi non sembra essere stata la scelta migliore.
Questo è il primo caso di accezione positiva del fallimento. Il club irpino era infatti fallito nel 2009 e fu costretto a ripartire dalla Serie D. Dopo una risalita aiutata dai ripescaggi, l’Avellino ritorna tre stagioni fa in Serie B arrivando primo nel suo girone di Lega Pro. A coronazione della consolidata permanenza nella serie cadetta, la scorsa stagione i lupi hanno potuto riacquistare la antica denominazione Unione Sportiva Avellino 1912 e con essa il vecchio logo.
Vecchio logo che è andato a sostituire il precedente. Abbandonato quindi l’accattivante scudo biancoverde con il lupo al centro, si ritorna allo stemma circolare con all’interno il quadrato bianco e verde con il vecchio lupo e le scritte a riempire gli spazi esterni. L’Avellino ci perde in modernità, ma ci guadagna molto in storia e tradizione.
Un cambio un pò a sorpresa quello dei sardi. Il precedente avvicendamento alla presidenza societaria non aveva fatto trasparire intenzioni di rinnovamento nel breve periodo, invece prima dell’inizio del campionato di Serie B è arrivata la notizia del pensionamento del vecchio stemma ovoidale che racchiudeva lo scudo coi quattro mori.
Il nuovo logo è decisamente più moderno, con la bandiera dei quattro mori (qui in blu per uniformare i colori) si completa con la croce rossa su campo bianco. Lo scudo ora è anche esterno, con effetto tridimensionale, e rimane ripartito al centro tra rosso e blu. L’unica nota negativa riguarda le scritte, che invece di riportare il nome completo della squadra e l’anno di fondazione si limita al più semplice “Cagliari”.
“La retrocessione ti fa brutta“, potremmo dire parafrasando il titolo di un vecchio film. E’ questo che è successo al logo del club veneto, che con la retrocessione in Lega Pro (dopo sette stagioni consecutive in Serie B) ha deciso di rinnovarsi.
Il principio della semplicità è rimasto, ma purtroppo si sono fatti molti passi indietro: della torre e del castello stilizzati è rimasta solo la prima, con una grafica peggiorata; è sparito il Carro dei Carraresi lasciando solo quattro palloni anonimi; è comparsa la sagoma nera di un calciatore che calcia un pallone; l’oro è stato abbandonato per i dettagli in favore del nero.
Al di là di tutto ciò che si può dire, potete vedere direttamente voi stessi come anche lo stemma del Cittadella sia sceso di categoria.
O, per chi preferisce la denominazione completa, Dagenham & Redbridge FC. Club inglese di League 2 (quarta divisione) ad un passo da Londra e dalla breve storia: la squadra è nata nel 1992 dalla fusione di due società minori.
La società ha scelto di abbandonare lo stemma che ricalca quello comunale e di adottarne uno più moderno: la molto più semplice forma circolare, colorata di blu e rosso come i colori principali del club, è attraversata da due spade che si incrociano a ricordare il vecchio logo di origine medievale.
Uno dei club fondatori della Major League Soccer cambia volto. Anzi: lascia solo il volto, perchè nel passaggio dal vecchio al nuovo logo, come già fatto una volta in precedenza, la testa dell’aquila rimane invariata. Cambia solo la direzione verso cui guarda, ovvero dall’interno all’esterno (o, come nel loro video promozionale, “verso il futuro“).
Viene confermata anche la forma delle ali, che in questa nuova versione escono da uno scudo rinnovato e più semplice nel profilo. Migliorato anche il font che riporta il nome della squadra, molto più compatto e d’impatto.
La situazione di diritti è la stessa dell’Avellino, quella sportiva meno. I cambi di nome della società quasi non si contano, ma dal 2015 i rossoneri sono ufficialmente tornati Unione Sportiva Foggia; e con il nome, anche il vecchio logo è tornato sulle maglie dei satanelli.
Soprannome che torna ad avere un significato forte con il ritorno della coppia al centro dello stemma rotondo bianco, bordato di nero e rosso. Rispetto al logo precedente, creato da Savino Russo, le forme dei due diavoletti sono meno spigolose e con un piglio moderno che rende questo uno tra gli stemmi più apprezzati di sempre.
Il club olandese, che con il suo nome omaggia il semidio greco figlio di Zeus e Alcmena, cambia decisamente passo con il nuovo logo. Il precedente era un tentativo fallito di modernizzazione a cavallo tra lo stile anni ’80 e quello anni ’90: tre rombi rossi inseriti dentro un cuore che collega due linee nere a formare l’iniziale della squadra, il tutto racchiuso in un ovale orizzontale.
Ora invece lo scudo ha una forma molto più pulita, le scritte sono semplici, lo sfondo a righe bianconere e al centro un’icona di Heracles, che sovrasta tre rombi azzurri.
Sicuramente il cambio di logo più importante tra quelli qui presenti. L’aquila dorata saluta e lascia spazio al ritorno del logo circolare con chiari riferimenti alla città di Manchester nel logo dei Citizens.
In questa composizione l’azzurro ed il bianco sono accompagnati dal blu per i bordi, l’oro per la nave ed il rosso per la rosa al centro del logo. Personalmente gradisco molto questa nuova soluzione, anche se avrei rivisto l’effetto tridimensionale dello scudo e della nave, mentre per la scritta City in basso avrei nuovamente usato la curvatura come per la parte superiore.
Passiamo al lato negativo, quello naturale, del fallimento. Ed è inevitabile partire dal Parma.
Una società che, fino ad un anno fa, trovavamo sempre su questo articolo per la nuova marcia che aveva innestato dopo l’anno del centenario e che, dopo qualche mese, si ritrova in Serie D a fare i conti con un fallimento causato da una pessima gestione.
Da Parma FC si è passati a Parma Calcio 1913, per andare avanti e allo stesso tempo tenere il legame con la storia del club. Da un logo ammodernato e dallo stile retrò si è passati ad uno molto più semplice ed efficace. Abbandonate le strisce gialloblu (colori limitati ai bordi) è rimasta protagonista la croce nera su sfondo bianco, con all’interno l’anno di fondazione del club d’origine.
Di fallimento in fallimento, andiamo in quel di Reggio Calabria, dove la squadra calabrese ha da poco soppiantato una delle società che ha fatto parte della storia degli ultimi anni della Serie A: la Reggina. Caduta per motivi finanziari, la squadra che ha ospitato campioni come Pirlo e Nakamura è stata esclusa dalla Lega Pro e al suo posto è stata iscritta in Serie D la nuova squadra, che ovviamente ha dovuto crearsi una nuova identità.
Abbandonata la R stilizzata, diventata simbolo della società calabra, si è passati ad un logo circolare amaranto, arricchito da bordature dorate e nere, mentre la scritta che riporta il nome del club è bianca. Al centro, il protagonista è un vecchio pallone di cuoio.
Una delle formazioni francesi che negli anni duemila ha fatto più parlare di sè, per la crescita di nuovi talenti e per degli exploit europei degni di nota. Ora è al secondo anno di Ligue 2 e la società ha deciso di voltare pagina, anche con lo stemma.
Il primo gesto è stato quello di togliere riferimenti alla Peugeot, prima presente con il suo leone rampante. L’animale rimane rappresentato, ma ora è solo la sua testa con criniera a fare capolino nella parte bassa di uno scudo dai bordi tondeggianti. Oltre al giallo e al blu, i colori sociali, prende parecchio spazio anche il bianco, tra bordo interno e nome della squadra.
E ritorniamo sui fallimenti, l’ultimo di questa carrellata nefasta. Il club rumeno, uno dei più vittoriosi di sempre, ha dovuto cedere le sue proprietà, tra cui il logo. Sarebbe stata un’ottima occasione per mandare in pensione il vecchio scudo, classico ma diventato ormai banale. Il condizionale è obbligatorio per ciò che hanno realizzato.
Il nuovo stemma appare ancora più banale, con la forma circolare e le strisce rossoblu che diventano una croce rossa su sfondo blu. Il nome del club è stato ridotto alle sole iniziali e la presenta dell’oro è ancora fondamentale, con le stelle (una al centro e due in cima) che passano da cinque a otto punte.
Il trasloco programmato da Upton Park all’Olympic Stadium ha portato in dote agli Hammers anche un nuovo logo. I claret and blues di Londra sostanzialmente, insieme allo storico campo, dicono addio anche al castello: tanto a quello sulla facciata del Boylen Ground, quanto a quello sullo stemma.
Il nuovo perde il nastro con dentro il nome per mantenere lo scudo, rinnovato ed arrotondato nelle forme. I protagonisti ora al centro del logo sono solo i due martelli incrociati, sempre in giallo, mentre in bianco ci sono le scritte: in alto il nome completo del club ed in basso il già chiacchieratissimo “London”, riferimento ovviamente alla città che ospita il West Ham.
Dopo aver visto questi cambi di logo, voi cosa ne pensate?
Secondo voi qual è il migliore tra i nuovi stemmi?
Fantasy Kit Design – Lione
Manca ormai poco alla conclusione dei Fantasy Kit creati per il torneo di Zyro. Intanto, per questa settimana, uno dei migliori Kit Design apprezzati dagli altri concorrenti:
LIONE
La scelta della squadra non è stata forzata, nè tanto meno libera: in questa giornata il proposito era di creare un kit celebrativo per il Carnevale, scegliendo una squadra tra Lione, Ajax, Borussia Monchengladbach, Porto, Siviglia e Fiorentina. Il fatto che tutti gli altri concorrenti abbiano optato per una maglia dedicata ai viola ha aiutato il mio kit a spiccare su tutti gli altri.
L’originalità della sfida mi ha permesso di lavorare nuovamente sulla mia rivisitazione del kit Nike usato in questa stagione calcistica, che già avevo usato per il completo dedicato alla Nazionale Cantanti. La maglia rielaborata è quella per le partite in casa, bianca con dettagli in blu e rosso, qui ampiamente protagonisti. Oltre ad essere su colletto, personalizzazioni, bordo pantaloncini e risvolto calzettoni, i due colori trovano molto spazio all’altezza del petto.
Essendo protagonista il Carnevale, il richiamo più spiccato che ho trovato è il costume a rombi tipico di Arlecchino e di altre maschere, che hanno ovviamente preso le tinte dell’Olympique Lyonnais: la forma geometrica è composta e sfalsata, per creare un effetto con grandezza a scalare. Un omaggio alla storia del club, che ben si sposano con il tema, si trova dietro al colletto con il vecchio logo anni ’80, ripreso anche sui calzettoni con le iniziali del club.
Voi che ne pensate di questa maglia?
Fantasy Kit Design – Olanda Anni ’70 – ’80
Si torna a parlare di maglie per le nazionali con questo Fantasy Kit. In questo turno del torneo di Kit Design s’è dovuto fare i conti con il completo della
OLANDA
Ma non un’Olanda qualsiasi: la nazionale degli anni ’70 e ’80, quella che prima ha incantato il mondo con quella macchina perfetta conosciuta come il Calcio Totale, poi deliziandolo con le giocate di un vero fuoriclasse come Marco Van Basten. Diverse nazionali, diverse maglie, un unico denominatore comune: la maglia oranje.
Da qui partono i dilemmi. Dettagli bianchi o neri? Stile classico o innovativo? La mia scelta è ricaduta su una divisa elegante, ma con una marcia in più. Per fare questo mi sono affidato ad un template Le Coq Sportif che di quel ventennio calcistico ne è stato uno dei simboli cardine.
L’arancio sulla casacca, arricchito dal logo dello sponsor tecnico tono su tono, viene accostato da uno scollo a V ed i lembi del colletto a polo. Bianche sono anche i bordo manica ed i pantaloncini, rifiniti da una striscia arancione laterale; i calzettoni sono arancioni ed hanno una doppia cerchiatura bianca. Per completare il tutto, non poteva mancare il leone rampante posto sul cuore.
P.s.: Meglio questa versione o quella per il contest precedente?
Voi che ne pensate di questa maglia?
Fantasy Kit Design – MilanInter United
I Fantasy Kit riprendono la loro cadenza settimanale e lo fanno con una squadra al di fuori dagli schemi. Infatti il Kit Design che vi presento è quello realizzato per il
MILANINTER UNITED
I più penseranno ad uno scherzo che vuole unire gli odiati cugini di Inter e Milan in un’unica squadra. Ma questo è successo veramente, l’ultima volta circa 30 anni fa. Tra il secondo dopoguerra e gli anni ’80 in più occasioni le due squadre meneghine hanno unito le loro forze per occasioni di beneficenza, schierando un’unica formazione che ha adottato la propria maglia.
Se l’ultima apparizione, in favore dei terremotati dell’Irpinia, ha visto il Milano United con un completo azzurro per richiamare la nazionale (e non accendere polemiche in un periodo in cui le tifoserie organizzate cominciavano a rumoreggiare), ben più particolari erano state quelle precedenti. Come potete leggere in questo articolo, oltre alla classica bianca con croce rossa, ha avuto modo di venire alla luce una divisa biancocerchiata di rossonerazzurro.
L’occasione per prendere ispirazione da quest’ultima era troppo ghiotta per non coglierla e quindi mi ci sono buttato a capofitto. Il template Nike è piuttosto semplice, ma dà il giusto risalto a colletto a girocollo e bordomanica neri rifilati di bianco; l’ampia banda centrale rende protagonista il nero senza mettere in secondo piano il rosso e l’azzurro. Pantaloncini neri con fascia bianca e calzettoni bianchi con risvolto rossonerazzurro completano il kit.
Piccolo spazio ai dettagli: main sponsor la milanesissima Motta; nome e numero per Giuseppe Meazza, idolo dell’Inter anni ’30 che ha vestito anche la maglia del Milan, oltre ad essergli dedicato lo stadio di San Siro; logo creato ad hoc, con le iniziali intrecciate e distinte per colore.
Voi che ne pensate di questa maglia?