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15 squadre di calcio che hanno cambiato logo nel 2016
Non c’è due senza tre, e dopo gli articoli per le annate 2014 e 2015, ,anche questo 2016 merita un post sui cambi di logo effettuati dalle squadre di calcio.
Stiamo trattando 15 cambi di logo di diverse società, per lo più coinvolte in un processo di ammodernamento del loro aspetto.
Per non fare torto a nessuna delle squadre presenti, andrò in rigoroso ordine alfabetico.
La scelta della società cinese alla guida dell’Atletico Madrid di cambiare logo non è stata vista di buon occhio da parte dei tifosi spagnoli. La rivoluzione a dire il vero non è eccessiva.
I contenuti sono gli stessi, così come i colori e le forme che vengono solamente arrotondate. Il problema sorge nell’orso e nel corbezzolo, simboli della città di Madrid ed inseriti nello scudo dei colchoneros. A differenza di come vuole la tradizione, l’animale non è più attaccato all’albero e per i supporters iberici questa è una grave mancanza.
BARI
Secondo cambio di stemma per il Bari in due anni. Con l’addio di Paparesta alla presidenza dei galletti, il nuovo patron Giancaspro ha voluto dare luce ad un nuovo simbolo che desse orgoglio e senso di appartenenza ai tifosi biancorossi.
Con questo proposito è nato il nuovo logo: un ovale a metà tra bianco e rosso, che ospita un galletto rampante che sormonta un pallone da calcio vecchio stile ed è affiancato dalla denominazione del club. Molto semplice e ad effetto, ma dati i tempi moderni si poteva ambire a qualcosa di meglio.
Un cambio decisamente in meglio per il Brentford, squadra di Championship inglese che ha deciso di rinnovare il proprio look.
Il lavoro di semplificazione fatto in questo caso è degno di nota: molti erano i simboli che rappresentano la squadra di Londra, ma la scelta è ricaduta sull’ape che è il più simbolico tra tutti quanti. Nella sua storia ultra centenaria il Brentford ha cambiato più volte il logo e la configurazione circolare non è la prima volta che appare, così come l’insetto unico protagonista. Un’innovazione nel segno della storia.
Altro rinnovamento, stavolta nella Ligue 1, che riprende un vecchio tema caro al club della Normandia. I rossoblu sono sempre stati legati al simbolo del vichingo, tanto da richiamarlo in passato con la tipica imbarcazione nordica.
Stavolta invece il riferimento è diretto, con il volto barbuto di un soldato che veste un elmo cornuto, inserito al centro di uno stemma coperto coi colori sociali del club.
Decisamente uno stravolgimento non necessario, quello avvenuto per il Genk. La squadra belga, che negli ultimi anni si sta affacciando sempre più spesso anche nelle competizioni europee, ha deciso di ammodernare la sua immagine, ma non proprio per il meglio.
Nel nuovo stemma campeggia una G gigante, che va a coprire uno sfondo a righe azzurro tono su tono. Fosse una squadra appena nata potrebbe starci, ma un club con tanta storia come questo avrebbe dovuto puntare più in alto. Quanto meno fare un riferimento al logo precedente: non è chiaro cosa rappresenti, ma almeno è unico!
Questa squadra israeliana è da poco che si è affacciata al calcio che conta, facendo subito il botto passando il girone di Europa League in un girone assieme a Inter, Sparta Praga e Southampton.
Per quanto riguarda il logo, i biancorossi sono passati ad una composizione più compatta negli elementi che richiamano lo stemma cittadino, oltre ad inserire il nome anche con l’alfabeto latino e non solo in ebraico.
Un miglioramento a metà quello dei campioni di Bulgaria. I verdi di Razgrad, dopo gli ultimi cinque anni di vittorie in campo nazionale ed apparizioni nelle competizioni europee, hanno deciso di rinnovare la propria immagine con qualche difficoltà.
Anche se difficile da comprendere, il logo precedente era unico nella forma ed estremamente identificativo. Con il cambio, ora lo stemma del Ludogorets ha preso una forma più classica (ma sempre originale) aggiungendo un aquila al centro realizzata un pò grossolanamente. I grafici che hanno lavorato su questo logo potevano fare molto meglio.
Club turco di fondazione recente, nato dalle ceneri del Ankaraspor, formazione ritiratasi dopo l’accusa di presunti legami illeciti con il Ankaragücü. La nuova società ha quindi dovuto cambiare nome e logo, ricambiandolo però dopo quasi due anni.
La trasformazione è sottile, ma sostanziosa: i colori principali rimangono viola, bianco e oro ed i disegni di contorno sono stati resi più compatti e chiari per essere distinguibili anche a distanza.
Ennesimo cambio di logo per il Parma dopo quello dello scorso anno. Dopo la rapida risalita in Lega Pro, il club emiliano passo dopo passo si sta riappropriando della sua storica identità.
Il nome ufficiale è ancora Parma Calcio, ma ora il vecchio logo è tornato. Uno scudo semplice, metà con croce nera a sfondo bianco e metà a strisce verticali gialle e blu. Tutto è pronto per riaccogliere i crociati nei livelli più alti del campionato italiano.
Voliamo in Messico per analizzare il nuovo logo del Puebla, che ha scatenato qualche polemica tra i tifosi. A parte qualche modifica, per molti anni i sostenitori de La Franja hanno visto sul logo della loro squadra campeggiare la banda diagonale azzurra, loro simbolo storico.
Ora invece lo stemma fa molto più riferimento al logo della città (Puebla de Zaragoza) con gli angeli protagonisti, mentre la banda viene ridimensionata e legata in un angolo. A parte il pallone fiammeggiante in cima, il lavoro di grafica è ben fatto. Peccato per non aver mantenuto la tradizione.
Il continuo sali scendi tra la Premier League e la Championship non sta facendo tanto bene al Queens Park Rangers, società inglese in mano al patron malese Tony Fernandes e che, nonostante i grossi investimenti negli ultimi anni, non riesce a trovare il suo posto tra i top club.
Intanto il club ha deciso di lasciare lo sfarzoso logo che utilizzava negli ultimi anni per tornare ad uno vecchio stile, circolare e con l’acronimo del club al centro. Questa nuova riedizione, uscita vincitrice in una votazione a quattro tra i tifosi, sembra essere quella più vicina a quella di un club di vertice.
Decisamente un grosso cambio per il Royal Excel Mouscron, squadra belga che negli ultimi anni è emersa attraverso bancarotte e fusioni. Ora non naviga in buone acque nella Jupiler Pro League, ma solo per quanto riguarda la classifica.
Lo stemma utilizzato dal club negli ultimi anni non è molto esaltante, ed il cambio deciso lo scorso anno è stato un netto passo in avanti. Per alcuni versi ricorda quello dell’Ancona, ma il bordo nero e le sfumature gli danno un look assolutamente originale.
Direi che, a mani bassissime, il nuovo logo del Rubin Kazan è senza dubbio il migliore introdotto nel 2016. Quello precedente, anche lui piuttosto recente, aveva spunti molto buoni: lo sfondo di rubino, sia nei colori che nel pattern, sia nella figura dello Zilant, l’animale metà drago e metà viverna simbolo della città di Kazan.
Con il nuovo stemma il risultato è molto più pulito: linee nette, colori semplici e decisi, forme accattivanti sia per il font sia per lo Zilant. Manca solo che realizzino una maglia decente e sarà uno dei miei prossimi acquisti.
Questo è un caso straordinariamente curioso. Lo Sheffield Wednesday è una formazione inglese che milita in Championship ed acquistato nel 2014 dal tycoon thailandese Dejphon Chansiri. Il suo obiettivo è quello di portare i gufi in Premier League entro il 2017, anno in cui si festeggeranno i 150 anni del club. Lo scorso anno la squadra ha perso i Playoff in finale e quest’anno permane nelle posizioni di vertice.
Cos’è successo però con il logo? Nel tentativo di rinnovare l’immagine del club, Chansiri ha deciso di recuperare il logo che lo Sheffield Wednesday ha utilizzato dal 1956 al 1972. Per quanto sia molto ben fatto, è ben lontano da essere assimilabile ad uno dei loghi moderni ed accattivanti di oggi.
Per l’ultimo logo scendiamo nella Serie D italiana, in una città sportivamente più famosa per il basket che per il calcio. La Vis Pesaro fino allo scorso anno usava come stemma una versione modificata dello scudo cittadino, riportante anche l’anno di fondazione del club (1898).
Ora la squadra marchigiana ha un logo nuovo di zecca, dove gli elementi principali sono una V rossa che occupa buona parte dello stemma ed un pallone antico, a simboleggiare la storia centenaria del club.
Dopo aver visto questi cambi di logo, voi cosa ne pensate?
Secondo voi qual è il migliore tra i nuovi stemmi?
15 squadre di calcio che hanno cambiato logo nel 2015
Dopo l’articolo sui loghi cambiati nel 2014, mi sembrava giusto prendere spunto per creare una nuova tradizione. Ecco quindi i loghi che nel corso del 2015 hanno subito un restyling, già attivato o in procinto di arrivare.
Si tratta sempre di 15 cambi di logo che riguardano squadre mediamente conosciute in Italia. Molti di queste scelte hanno una parola in comune, che è fallimento.
Non suona molto invitate posta in questo modo, ma vi assicuro che non prenderemo in esame solo la sua accezzione negativa.
Per non fare torto a nessuna delle squadre presenti, andrò in rigoroso ordine alfabetico.
Non si tratta di un cambio epocale, ma solo di un accorgimento. Le lettere intrecciate su sfondo grigio, la croce di San Giorgio e le bordature dorate sono rimaste senza cambiamenti; sono apparse invece la scritta ‘Alessandria Calcio’ sotto il lettering e l’anno di fondazione (1912) all’interno della croce.
Rispetto alla raffigurazione precedente, lo stemma ci guadagna in fatto di composizione, che ora risulta più gradevole allo sguardo. Personalmente nei loghi preferisco i colori netti alle sfumature, ma devo dire che per gli orsi questa soluzione non è male.
Una squadra, mille omaggi. Partendo dal nome, dedicato ai Gunners di Londra, e passando dalla maglia: la banda diagonale è dedicata alla squadra più famosa dell’Argentina, il River Plate, mentre il rosso e l’azzurro rappresentano le squadre più popolari di Avellaneda, rispettivamente l’Independiente e il Racing Club.
Passando al logo e ad i suoi cambiamenti, non c’è molto da dire. Le linee dorate dei bordi sono state alleggerite, mantenendo comunque la stessa forma articolata; colori e scritte sono rimasti invariati, mentre i simboli del pallone e della torre sono stati vengono placcati d’oro. In pratica non cambia la sostanza ma solo i dettagli, e a vedersi non sembra essere stata la scelta migliore.
Questo è il primo caso di accezione positiva del fallimento. Il club irpino era infatti fallito nel 2009 e fu costretto a ripartire dalla Serie D. Dopo una risalita aiutata dai ripescaggi, l’Avellino ritorna tre stagioni fa in Serie B arrivando primo nel suo girone di Lega Pro. A coronazione della consolidata permanenza nella serie cadetta, la scorsa stagione i lupi hanno potuto riacquistare la antica denominazione Unione Sportiva Avellino 1912 e con essa il vecchio logo.
Vecchio logo che è andato a sostituire il precedente. Abbandonato quindi l’accattivante scudo biancoverde con il lupo al centro, si ritorna allo stemma circolare con all’interno il quadrato bianco e verde con il vecchio lupo e le scritte a riempire gli spazi esterni. L’Avellino ci perde in modernità, ma ci guadagna molto in storia e tradizione.
Un cambio un pò a sorpresa quello dei sardi. Il precedente avvicendamento alla presidenza societaria non aveva fatto trasparire intenzioni di rinnovamento nel breve periodo, invece prima dell’inizio del campionato di Serie B è arrivata la notizia del pensionamento del vecchio stemma ovoidale che racchiudeva lo scudo coi quattro mori.
Il nuovo logo è decisamente più moderno, con la bandiera dei quattro mori (qui in blu per uniformare i colori) si completa con la croce rossa su campo bianco. Lo scudo ora è anche esterno, con effetto tridimensionale, e rimane ripartito al centro tra rosso e blu. L’unica nota negativa riguarda le scritte, che invece di riportare il nome completo della squadra e l’anno di fondazione si limita al più semplice “Cagliari”.
“La retrocessione ti fa brutta“, potremmo dire parafrasando il titolo di un vecchio film. E’ questo che è successo al logo del club veneto, che con la retrocessione in Lega Pro (dopo sette stagioni consecutive in Serie B) ha deciso di rinnovarsi.
Il principio della semplicità è rimasto, ma purtroppo si sono fatti molti passi indietro: della torre e del castello stilizzati è rimasta solo la prima, con una grafica peggiorata; è sparito il Carro dei Carraresi lasciando solo quattro palloni anonimi; è comparsa la sagoma nera di un calciatore che calcia un pallone; l’oro è stato abbandonato per i dettagli in favore del nero.
Al di là di tutto ciò che si può dire, potete vedere direttamente voi stessi come anche lo stemma del Cittadella sia sceso di categoria.
O, per chi preferisce la denominazione completa, Dagenham & Redbridge FC. Club inglese di League 2 (quarta divisione) ad un passo da Londra e dalla breve storia: la squadra è nata nel 1992 dalla fusione di due società minori.
La società ha scelto di abbandonare lo stemma che ricalca quello comunale e di adottarne uno più moderno: la molto più semplice forma circolare, colorata di blu e rosso come i colori principali del club, è attraversata da due spade che si incrociano a ricordare il vecchio logo di origine medievale.
Uno dei club fondatori della Major League Soccer cambia volto. Anzi: lascia solo il volto, perchè nel passaggio dal vecchio al nuovo logo, come già fatto una volta in precedenza, la testa dell’aquila rimane invariata. Cambia solo la direzione verso cui guarda, ovvero dall’interno all’esterno (o, come nel loro video promozionale, “verso il futuro“).
Viene confermata anche la forma delle ali, che in questa nuova versione escono da uno scudo rinnovato e più semplice nel profilo. Migliorato anche il font che riporta il nome della squadra, molto più compatto e d’impatto.
La situazione di diritti è la stessa dell’Avellino, quella sportiva meno. I cambi di nome della società quasi non si contano, ma dal 2015 i rossoneri sono ufficialmente tornati Unione Sportiva Foggia; e con il nome, anche il vecchio logo è tornato sulle maglie dei satanelli.
Soprannome che torna ad avere un significato forte con il ritorno della coppia al centro dello stemma rotondo bianco, bordato di nero e rosso. Rispetto al logo precedente, creato da Savino Russo, le forme dei due diavoletti sono meno spigolose e con un piglio moderno che rende questo uno tra gli stemmi più apprezzati di sempre.
Il club olandese, che con il suo nome omaggia il semidio greco figlio di Zeus e Alcmena, cambia decisamente passo con il nuovo logo. Il precedente era un tentativo fallito di modernizzazione a cavallo tra lo stile anni ’80 e quello anni ’90: tre rombi rossi inseriti dentro un cuore che collega due linee nere a formare l’iniziale della squadra, il tutto racchiuso in un ovale orizzontale.
Ora invece lo scudo ha una forma molto più pulita, le scritte sono semplici, lo sfondo a righe bianconere e al centro un’icona di Heracles, che sovrasta tre rombi azzurri.
Sicuramente il cambio di logo più importante tra quelli qui presenti. L’aquila dorata saluta e lascia spazio al ritorno del logo circolare con chiari riferimenti alla città di Manchester nel logo dei Citizens.
In questa composizione l’azzurro ed il bianco sono accompagnati dal blu per i bordi, l’oro per la nave ed il rosso per la rosa al centro del logo. Personalmente gradisco molto questa nuova soluzione, anche se avrei rivisto l’effetto tridimensionale dello scudo e della nave, mentre per la scritta City in basso avrei nuovamente usato la curvatura come per la parte superiore.
Passiamo al lato negativo, quello naturale, del fallimento. Ed è inevitabile partire dal Parma.
Una società che, fino ad un anno fa, trovavamo sempre su questo articolo per la nuova marcia che aveva innestato dopo l’anno del centenario e che, dopo qualche mese, si ritrova in Serie D a fare i conti con un fallimento causato da una pessima gestione.
Da Parma FC si è passati a Parma Calcio 1913, per andare avanti e allo stesso tempo tenere il legame con la storia del club. Da un logo ammodernato e dallo stile retrò si è passati ad uno molto più semplice ed efficace. Abbandonate le strisce gialloblu (colori limitati ai bordi) è rimasta protagonista la croce nera su sfondo bianco, con all’interno l’anno di fondazione del club d’origine.
Di fallimento in fallimento, andiamo in quel di Reggio Calabria, dove la squadra calabrese ha da poco soppiantato una delle società che ha fatto parte della storia degli ultimi anni della Serie A: la Reggina. Caduta per motivi finanziari, la squadra che ha ospitato campioni come Pirlo e Nakamura è stata esclusa dalla Lega Pro e al suo posto è stata iscritta in Serie D la nuova squadra, che ovviamente ha dovuto crearsi una nuova identità.
Abbandonata la R stilizzata, diventata simbolo della società calabra, si è passati ad un logo circolare amaranto, arricchito da bordature dorate e nere, mentre la scritta che riporta il nome del club è bianca. Al centro, il protagonista è un vecchio pallone di cuoio.
Una delle formazioni francesi che negli anni duemila ha fatto più parlare di sè, per la crescita di nuovi talenti e per degli exploit europei degni di nota. Ora è al secondo anno di Ligue 2 e la società ha deciso di voltare pagina, anche con lo stemma.
Il primo gesto è stato quello di togliere riferimenti alla Peugeot, prima presente con il suo leone rampante. L’animale rimane rappresentato, ma ora è solo la sua testa con criniera a fare capolino nella parte bassa di uno scudo dai bordi tondeggianti. Oltre al giallo e al blu, i colori sociali, prende parecchio spazio anche il bianco, tra bordo interno e nome della squadra.
E ritorniamo sui fallimenti, l’ultimo di questa carrellata nefasta. Il club rumeno, uno dei più vittoriosi di sempre, ha dovuto cedere le sue proprietà, tra cui il logo. Sarebbe stata un’ottima occasione per mandare in pensione il vecchio scudo, classico ma diventato ormai banale. Il condizionale è obbligatorio per ciò che hanno realizzato.
Il nuovo stemma appare ancora più banale, con la forma circolare e le strisce rossoblu che diventano una croce rossa su sfondo blu. Il nome del club è stato ridotto alle sole iniziali e la presenta dell’oro è ancora fondamentale, con le stelle (una al centro e due in cima) che passano da cinque a otto punte.
Il trasloco programmato da Upton Park all’Olympic Stadium ha portato in dote agli Hammers anche un nuovo logo. I claret and blues di Londra sostanzialmente, insieme allo storico campo, dicono addio anche al castello: tanto a quello sulla facciata del Boylen Ground, quanto a quello sullo stemma.
Il nuovo perde il nastro con dentro il nome per mantenere lo scudo, rinnovato ed arrotondato nelle forme. I protagonisti ora al centro del logo sono solo i due martelli incrociati, sempre in giallo, mentre in bianco ci sono le scritte: in alto il nome completo del club ed in basso il già chiacchieratissimo “London”, riferimento ovviamente alla città che ospita il West Ham.
Dopo aver visto questi cambi di logo, voi cosa ne pensate?
Secondo voi qual è il migliore tra i nuovi stemmi?